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Siamo in guerra per colpa della Nato, ora l’Occidente è un bersaglio per Putin carnefice umiliato

Putin ha una caratteristica psicologica che lo rende pericoloso: si sente umiliato e confonde la sua persona che la Russia che considera umiliata e disprezzata da quell’Occidente che lui amava e che adesso odia più di tutto. Non scusabile, sta trasformando la Russia in un paese bandito.




Zelensky invece è un affarista russofono scelto dalla Cia perché molto coraggioso e quasi inconsciente”. Secondo (scomodo) messaggio: Italia, Francia e Germania sono in guerra contro la Russia e anche se non se ne sono ancora accorte sono tra i bersagli di Mosca. E’ la sintesi imperfetta del pensiero limpido di Alexander Del Valle, geopolitologo metà francese e metà italiano, autore da ultimo nel 2021 di “La mondialisation dangereuse”, un saggio che ospita un intero capitolo dedicato al rischi guerra in Europa e tra Russia e Ucraina. Del Valle cerca una definizione di sé e si definisce gollista: “Ho uno spirito nazionale, questo sì. Ma non parteggio per la destra né per la sinistra”. E’ stato vicinissimo al governo Sarkozy e ora da Parigi in esclusiva per Quotidiano sociale affronta in modo schietto il tema della guerra, dei suoi antefatti e di quel che sarà dopo il conflitto in una lunga chiacchierata con il nostro editorialista Claudio Cugusi.


Professore, nelle guerre bene e male sono sempre mescolati e qui invece, a sentire i media occidentali, l’Ucraina appare soltanto vittima e la Russia veste sempre e comunque i panni del carnefice.


Anche nei divorzi e nei conflitti in genere le responsabilità sono condivise, ma non dobbiamo comunque dimenticare che esiste il carnefice ed esiste il bersaglio. Ecco, diciamo che dobbiamo evitare di cadere nella trappola della relativizzazione: il bene e il male esistono e non possiamo dire che la donna se l’è cercata per la minigonna che indossava o l’ebreo se l’è cercata perché è ebreo. Detto questo, sono intimamente convinto che la Russia comunque fosse tentata da tempo verso dalla prospettiva irredentista e aver dato pretesti ai carnefici abbia significato accelerare quello che la Russia forse non avrebbe fatto se fosse stata «inclusa» dall’Occidente e riconosciuta come grande nazione.


Pretesti ai carnefici: li ha forniti l’Occidente, giusto?


Credo che si potesse evitare tutto questo con i mezzi della diplomazia, del ragionamento, e quindi dei negoziati sulla sicurezza globale post- Guerra fredda dell’Europa, cio’ che gli Occidentali non hanno mai voluto fare, conservando la NATO come uno strumento anti-russo. Nulla giustifica invasione, sia chiaro: gli Ucraini avevano meritato

l’indipendenza da decenni e la stessa Russia aveva riconosciuto queste frontiere ucraine nel 1991. La storia, però, avrebbe dovuto insegnarci un po’ più di saggezza, la storia recente da Hitler in poi. Invece noi abbiamo voluto umiliare la Germania con i debiti di guerra del primo conflitto mondiale. Debiti insostenibili che hanno creato le condizioni per la risposta assurda dei Tedeschi nazisti. Però quando umili un nemico, se non lo subito uccidi lo aiuti a diventare più forte, dice un vecchio proverbio siciliano.


Dunque, l’errore più signifgicativo è rappresentato dall’atteggiamento dell’Occidente dopo il crollo del muro di Berlino?


Abbiamo trattato la Russia post-sovietica come una “vinta” che andava esclusa e questa è stata una enorme umiliazione per chi arrivava culturalmente dall’Unione sovietica e aveva attraversato il periodo durissimo del crollo dell’URSS e gli anni difficilissimi di transizione. La Russia si è sentita un leone ferito e i nostalgici dell’Urss o i Russi “liberali delusi” dall’Occidente (che amavano ma che li disprezzava mentre accerchiava la Russia con l’espansione della NATO) si sono sentiti progressivamente obbligati a una risposta. Anche se quella è senza dubbio sbagliata. Ma non potremo trovare soluzioni senza capire questo dato di fatto.


Diciamo pure che la Nato andava contenuta e non portata alle porte della Russia?


Diciamolo. Invece dal 2013 gli ufficiali Nato, sopratutti anglosassoni, addestravano le milizie ucraine e l’esercito ucraino. Ci sono le prove, ormai non c’è bisogno nemmeno di discuterne.


Professore, ma davvero si può sostenere che Putin sia stato costretto, con molte virgolette, a invadere l’Ucraina?


Putin nasce politicamente nel 2000 e arriva dal clan degli occidentalisti, il cui capo era l’ex sindaco di San Pietroburgo, Anatoli Sobtchak, cioè l’ex- padrino politico di Putin. Giusto per capire le dinamiche interne alla Russia, Putin sino alla crisi del Donbass, nel 2014, era un avversario della prospettiva euroasiatica della Russia di Alexander Dugin. Fu un sostenitore dell’avvicinamento tra Russia, UE, NATO e Occidente, ma non ha mai capito perché la NATO invece di riformarsi ed aprirsi è rimasta un’organizzazione anti-russa che si è sempre più avvicinata al confine con la Russia.


Ritengo che Putin sia stato costretto culturalmente e strategicamente, dal punto di vista nazionalista russo, a questa risposta. E sia chiaro che io non lo voglio scusare il Kremlino: secondo me Putin è un cretino strategico perché sta trasformando la Russia in un paese bandito dal mondo e sta rafforzando e la NATO, e la volontà dei paesi vicini ad aderire alla NATO e il sentimento nazionale ucraino anti- russo.

Però è anche vero che ha iniziato questa guerra sapendo che avrebbe trovato la resistenza degli Usa, che da anni sono infiltrati dentro l’esercito ucraino. Come minimo è stato un gesto poco intelligente, anche se era difficile per lui non cadere nella trappola americana.


Beh, gli Americani sono maestri a creare trappole, come in Irak. E a tenere lontani la guerra da casa loro. Non crede?


Lo hanno dimostrato. In Irak, gli USA avevano promesso agli Irakeni, tramite l’ex-ambasciatrice americana April Glaspie, che l’esercito americano non sarebbe mai intervenuto contro gli Irakeni in caso d’invasione dell’Irak. Negli anni 1979-1980, la CIA ha provocato l’invasione dell’Afghanistan per trappolare i Russi e indebolire così il suo esercito di fronte ai gihadisti fanatici addestrati e armati dall’America.


Il sostegno dell’Ucraina contro la Russia è iniziato con la rivoluzione arancione del 2005, ed è continuata fino alla crisi del 2014 senza interruzione con il fine di utilizzare l’Ucraina per indebolire, accerchiare la Russia e “contaminarla” con l’ideologia liberale democtiatica, vista come un pericolo mortale per Putin. E Mosca sapeva perfettamente che in caso di adesione dell’Ucraina alla NATO, la base militare russa in Crimea non sarebbe stata rinnovata… Ricordiamo le teorie dei grandi strateghi inglesi e americani Mckinder e Spykman, ideatori della dottrina anglosassone del Heartland russo (potere continentale) che deve essere accerchiato e cacciato dal Rimland anglo-americano (potere marittimo): si tratta di un pensiero secondo cui la Russia deve sempre essere accerchiata dall’Occidente e nel Mar Nero, affinchè non possa più accedere e all’ovest e al sud, sul “mare caldo”. Un pensiero che necessita anche di impedire alleanze tra i tedeschi e i russi, perché gli strateghi americani vedono l'avvicinamento russo-tedesco come la colonna vertebrale dell’autonomizzazione pericolosa dell’Europa, più grande concorrente geoeconomico per gli Stati Uniti… Ma il punto vero è che gli Usa non vogliono l’Unione eurasiatica perché sanno di perdere centralità in Europa.


Qual è lo scopo finale degli Usa in questa guerra?


Indebolire la Russia, aiutare gli ucraini a bocciare i Russia dalla Crimea e dal Donbass; alimentare la trappola dell’intervento difficile russo in Ucraina per provocare un rovescio del potere di Putin, che potrebbe essere eliminato dagli oligarchi con una rivoluzione interna. Forse dal punto di vista occidentale, questo è giusto. Ma primo, non è del tutto realista, perché il sucessore di Putin sarà probabilmente ancor più duro di lui. Secondo: può darsi che Putin colga il rischio e non la prenda bene. Mi dicono che siamo a un millimetro dal lancio di una bomba atomica tattica in territorio ucraino per mostrare la determinazione della Russa all’Europa e all’America. Questo mi è stato detto da un autorevole militare italiano qualche giorno fa. E io ci credo perché Putin è davvero infuriato: ha un problema psicologico enorme, si sente umiliato ed è animato da un pericoloso sentimento di revanchismo. Lui si sente uno zar salvatore della Nazione, vuole fare rispettare e vendicare la “santa Russia”, e non solo l’ex-Unione sovietica di cui è solo in parte nostalgico.

Ma se la Ucraina fosse rimasta sovrana e neutrale, come si diceva e si ipotizzava a livello internazionale nel 2008, gli strateghi occidentali sanno che questa guerra non sarebbe mai esistita. I nostri dirigenti, soprattutto gli anglosassoni e i loro protetti polacchi, rumeni e baltici, hanno fatto tutto ciò che potevano per rendere isterici i Russi. E’ una vecchia storia di 30 anni di malinteso.


Dunque, lei ipotizza comunque una Nato che si rafforza ulteriormente in Europa. E la Ue che fine farà?


Certo, questa è la prognosi. Ed è li che Putin è caduto nella trappola: la sua azione in Ucrainia da volglia ai paesi scandinavi di entrare nella NATO e rafforza la forza della NATO in tutta l’Europa.


L’Ue aumenterà i budget militari sino al 2 per cento e questo è una grandissima vittoria degli Usa, che vendono armi e non solo. Mai l’America è stata così forte per il destino degli Europei, sotto il profilo delle spese militari e di quella energetica.


Il dito indica la luna ma gli imbecilli guardano Zelensky…


Zelensky è un uomo politico affarista ucraino russofono che è stato scelto dalla Cia perché è molto coraggioso nella sfida ai Russi e non ha limiti. Un uomo così narcisista che trova il coraggio dall’idea di apparire a se stesso il salvatore di un intero popolo. Nulla rispetto a Poroshenko, considerato troppo morbido e filorusso. Poi, non è politicamente preparato, è spesso inconsciente, sta mandando il suo popolo al macello, ed è molto corrotto come lo ha dimostrato il report di Panama Papers…


Quali mosse del premier ucraino hanno scatenato Putin?


Zelensky è a favore di un’Ucraina nella Nato e del ritorno al nucleare: questo è stato il panno rosso per il toro di Mosca. Zelensky è mosso dagli Usa: ha teso a Putin la trappola della provocazione. E Putin ci è caduto in pieno. Io non difendo Putin, ma è sicuro che gli Usa hanno usato e stiano usando il popolo ucraino attraverso il suo premier. Soprattutto non bisognava consentire, come incoscienti, l’espansione della Nato.


Comunque vada la guerra, la Russia non l’avrà vinta, non crede?


Né la Russia né l’Unione europea avranno vinto alla fine di questa follia. Nel futuro, vedo una Russia un po’ più ampia, ma isolata dal mondo occidentale e al guinzaglio della Cina, che comprerà il gas a minor prezzo e aumenterà il valore delle sue esportazioni in Russia. Pecchino Sarà l’unico partner forte della Russia (assieme all’India), ma in realtà, sarà l’unico fronte contro gli Usa, che stanno vincendo e vinceranno questo conflitto non perchè i Russi dovranno abbandonnare l’Ucraina, ma perché invadere ed occupare un territorio è un peso enorme e perché il prezzo da pagare sarà economicamente terribile per il popolo e le elite russe.


Se non si mandano altre armi all’Ucraina, questo conflitto è finito?


Mi rendo conto che in Italia sia malvisto l’atteggiamento di chi, come Giuseppe Conte, sostiene che non sia il caso di mandare altre armi. Ma il filosofo Habermas ha firmato, da pensatore buonista dell’Ue, un manifesto che dice no all’ulteriore invio di armi e a una corsa all’armamento, a dichiarazioni sempre più bellicose e all’inasprimento di sanzioni.


Restiamo in Italia: ha visto quante reazioni contrarie ha suscitato l’intervista al ministro degli Esteri russo, Serghej Lavrov?


Sì, ho visto e non me ne capacito. Da qualche giorno, Lavrov è andato troppo lontano. E su Hitler e gli Ebrei, ha detto cose oscene e stranissimamente radicali nei media arabi. Ma sull’Italia ciò che dice corrisponde a una disillusione del popolo russo che invece adorava gli Italiani e l’Italia. In realtà, i Russi non capiscono il perché di tanta avversione da parte degli Italiani e dai loro media e politici. Non capiscono perché l’Italia prenda parte solo a favore di Ucraina e di Zelensky. I Russi si sentono traditi dagli italiani senza aver fatto nulla di male agli Italiani stessi. Loro adorano Celentano, Albano, la moda italiana, le città, il cibo, gli architetti classici, gli artisti e scrittori italiani. Non capiscono questo schieramento totale contro di loro, il regalo di armi agli Ucraini: non la vendita. Non capiscono le sanzioni, il sequestro delle proprietà private russe.


Siamo in guerra?


Certo che sì. Anche se non vediamo soldati e missili, siamo già in guerra. E Putin lo dice e lo ribadirà ufficialmente il 9 maggio. E siamo un bersaglio possibile. Non abbiamo mica fatto come la Turchia, che comunque non ha chiuso tutte le porte del dialogo alla Russia e non applica le sanzioni, pur vendendo armi (droni) agli Ucraini. Italia, Francia, Inghilterra sono di sicuro in guerra perché si comportano come se fossero stati personalmente aggrediti e non perchè aiutano gli Ucraini, alla differenza dei Turchi che hanno un doppio gioco più intelligente e più cauto dell’Occidente, o anche alla differenza degli Israeliani.


E i Russi ci considerano in guerra perché non capiscono la nostra ostilità verso chi non ci ha aggredito del tutto. In questo la NATO è un problema: chi ne fa parte deve considerare i nemici russi storici degli anglosassoni, dei Polacchi o dei Baltici come i loro nemici. In questo senso, era evidente già 25 anni fa, quando lo scrivevamo assieme al mio maestro in geopolitica, il generale Pierre Marie Gallois, ideatore della Force de Frappe nucleare francese e consigliere di De Gaulle: più la Nato e l’Unione europa si estendono verso l’Est, più dovremo indossare le visioni e gli antagonismi belligeni dei paesi dell’Est. Sono infatto loro, Rumeni, Polacchi e Baltici, i più russofobi. Solo loro che hanno supplicato la NATO e gli americani di installare i missili e gli anti-missili americani e della NATO alle porte della Russia e di espandersi ai confini della Russia dal 1997 in poi, con le conseguenze attuali pericolosissime per la pace continentale e mondiale.

L’allargamento dell’UE ha fatto di noi, Paesi che nel passato siamo stati spesso amici dei Russi, i loro nemici dichiarati. Ma questo ci fa dimenticare alcuni principi di base della strategia: non sbagliare il nemico; definire il nemico principale, non confondere il nemico e chi si comporta male con un altro, non confondere morale e politica. Perché il nemico del mio amico non è sempre o automaticamente il mio.


Gli Stati non hanno amici, ma interessi. E un vecchio proverbio siculo di mio nonno diceva: cue sparte havi a megghiu parte. Perché intrometterci a questo punto in un affare che non riguarda noi direttamente e che non riguarda neanche un alleato? Aiutare gli Ucraini, mandargli medicine, denaro e armi, ok, fino ad un certo livello, ma non definire la Russia come il nemico principale: perché poi, sarà obbligato di definirci tale, e dovremo tutto assumerne le conseguenze. Lo stesso Papa ha pronunciato di recente delle parole piene di saggezza riguardo la mancanza di ricerca di dialogo e di pace da parte degli Occidentali. E’ tempo di fermare l’escalation…

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